20/03/12

Journey: l'arte di creare sogni

OCIO! CONTIENE SPOILER.

Un omino seduto in mezzo al deserto, davanti a lui il nulla oltre ad un'immensa distesa di sabbia. Ci alziamo, saliamo su una duna e cominciamo a scorgere i primi elementi che ci accompagneranno nel nostro viaggio. Così inizia Journey, nuovissima perla videoludica creata da Thatgamecompany in esclusiva per Ps3. 
Come spiegare Journey a chi non l'ha giocato? Mi è capitato di definirlo "concettualmente molto simile a "Fantasia"", film di animazione Disney del 1940, "un insieme di immagini e musiche perfettamente in armonia". Journey però è qualcosa di più. Mentre in Fantasia siamo solo spettatori passivi qui siamo noi i protagonisti. 
Non sappiamo nulla del nostro personaggio, il suo nome, la sua storia, il perchè del suo viaggio. Quel piccolo omino non siamo altro che noi, quello che vediamo dentro lo schermo non è altro che la nostra immagine riflessa, stà a noi capire il senso. 

Il viaggio che il nostro omino intunicato si appresta a compiere non è altro che la vita stessa: l'inizio del cammino con la nascita, la crescita, le avversità, gli affetti, e l'intevitabile fine. I simboli luminosi che raccogliamo e che allungano la nostra sciarpa sono le esperienze, quelle che ci rendono più forti, a volte anche migliori. Guardando il cielo avvistiamo più di una volta dei fasci di luce simili a stelle cadenti. Per capirne la natura bisognerà attendere.
Se il viaggio in solitaria può risultare più introspettivo, condividere questa avventura con un compagno di viaggio è qualcosa di fantastico, la sintonia che si riesce a creare con un'altra persona nonostante la comunicazione limitata all'emissione di suoni è straordinaria. Perdere di vista un compagno di viaggio ti scaraventa improvvisamente addosso una sensazione di angoscia e solitudine che difficilmente si trova in altri giochi. Per ogni compagno perso se ne trovano di nuovi, tutti uguali ma diversi allo stesso tempo: c'è chi corre dritto alla meta, chi preferisce volare tra una discesa e l'altra, chi è "silenzioso" e chi non può fare a meno di esprimere la propria gioia attraverso le note che sostituiscono la nostra voce.
Alla fine ci si ritrova a scalare la montagna in mezzo alla tormenta mentre il vento ci spazza via. La sciarpa si sgretola rendendoci più fragili e la scalata diventa più difficile, fino a quando, ormai stremati, cadiamo a terra nella neve. Il nostro viaggio però non è ancora finito, ci ritroviamo subito a volare tra un tessuto e l'altro con ancora più forza di prima. Proprio quando ormai sembra tutto finito raggiungiamo quella cima tanto cercata durante il nostro viaggio e mentre una musica bellissima ci accompagna nei titoli di coda  ci trasformiamo in un fascio di luce, proprio come quelli che ci hanno accompagnato durante tutta la nostra avventura. Nel mio viaggio quei fasci di luce sono i ricordi, quei ricordi che le persone lasciano una volta finito il cammino, ma che continuano a brillare nel cielo di chi ancora è a metà strada. 
Quando si finisce il viaggio di Journey qualcosa è cambiato, è come se tutto lo sporco che abbiamo dentro fosse stato lavato via e ci si sente in pace col mondo. Per me è uno dei migliori giochi di questa generazione, sicuramente uno dei pochi capaci di lasciare davvero un segno una volta tolto il disco dalla console (metafora sbagliata, visto che è solo in digital delivery, però rende l'idea).

Questa è un'interpretazione personale, se qualche viandante si dovesse ritrovare a leggerla si senta pure libero di scrivere la propria in un commento.
Buona viaggio a tutti.

19/03/12

The Walking Dead e il finale della seconda stagione


ATTENZIONE: Pensieri SPOILEROSI sull’ultima puntata della seconda stagione di “The Walking Dead”. Se non avete visto l'ultimo episodio scappate, chiudete questa pagina e distruggete il computer..magari non in quest ordine. Contiene anche Spoiler sul fumetto adeguatamente segnalati..o forse no, chi può dirlo?


Ok, Shane è morto. E vabbè, ce ne faremo una ragione. Carl porta sfiga, ormai è appurato.

"The Walking Dead" e le vie di mezzo
"The Walking Dead" è un telefilm strano. Si passa da lunghe e pallosissime puntate di chiacchiere e nulla assoluto che nemmeno in una puntata di Desperate Housewives si arriva a tanto, a carneficine vere e proprie con 10 litri di sangue al secondo e dimezzamento del cast (ma si sa, c’è crisi..).

Seconda stella a destra
Sappiamo tutti ormai delle difficoltà oculistiche di Dale. Ammettiamolo, gli volevamo tutti bene ma non sarebbe stato in grado di vedere nemmeno la parata del carnevale di Rio de Janeiro a 100 metri dal suo naso. Ora che è morto il gruppo, ha deciso di onorarlo nel migliore dei modi: non avvistando un migliaio di zombie affamati e superincazzati. Ma andiamo con ordine.
Un’orda di “walkers” (no, non ce la faccio a chiamarli erranti, ambulanti, “Dalenonmivedeneancheconuntelescopio-anti”…) viene sorvolata da un elicottero che come una cometa li guiderà verso la fattoria dei nostri eroi. Ovviamente nessuno se ne accorge e per essere sicuri che possano trovare più facilmente l’abitazione si sparano non uno ma ben due colpi di pistola. Dopo che Capitan Rick e “gattonero” Carl si accorgono dei 1000 zombie alle loro spalle decidono bene di correre verso la fattoria assicurandosi di essere seguiti. L’impresa va a buon fine e gli zombie invadono il ranch tra il panico generale.

Ci piace ricordarlo così...con la sua espressione severa mentre non nota l'ennesimo zombie

Trofeo sbloccato: Headshot!
In “The Walking Dead” chiunque può fare un headshot. Non importa se spari da una macchina in movimento o ad uno zombie alle tue spalle, ogni colpo bucherà le calotte craniche dei nostri non-morti preferiti. Ci può riuscire un bambino, ci può riuscire una casalinga isterica che ha come unico talento quello di essere terribilmente inutile e petulante. Questo episodio ne è l’apoteosi, non c’è un solo colpo mancato che nemmeno il più nerd dei bimbiminkia nel peggiore degli FPS saprebbe fare di meglio.

Torna in cucina, donna!
Lori dopo aver insultato Andrea in tutte le lingue del mondo perché invece di spolverare i mobili e rammendare i calzini preferisce proteggere la fattoria e far saltare qualche testa, oggi ci dà una dimostrazione della sua innata coerenza e le dice di restare nei dintorni della fattoria perchè “tutti qui possono fare un headshot ma tu lo fai più meglio, quindi non allontanarti!”. Ovviamente ognuno si arraffa una macchina e tutti se ne vanno a tutta birra lasciando la povera crista in balia dell’orda, cose che neanche Michael Jackson in “Thriller”.

E poi ci troveremo come le star…
La prima cosa che pensi quando vedi che tutti dopo aver preso un mezzo ed essersela svignata vanno ognuno in una direzione diversa è: non possono comunicare tra di loro, non si sono messi d’accordo sulla meta…non si ritroveranno mai. Non abbiamo già sopportato abbastanza con Sophia, perbacco!? Invece no, dopo nemmeno 5 minuti sono di nuovo tutti “togetha foeva”. Partono, Rick finisce la benzina (ti capiamo Rick…ti capiamo..), ovviamente decidono di accamparsi lì, in mezzo al nulla.

The Walking Dead: Revelations (o forse no?)
Tempo di rivelazione e Rick ammette di aver ucciso Shane. Sarebbe bastato dire di averlo fatto per legittima difesa ed invece il nostro sceriffone ci tiene a precisare di averlo fatto perché Shane era diventato più fastidioso di una gastroscopia e perché Giove è entrato in Gemelli. Dopo ciò sua moglie si dispera (dopo mille puntate passate ad insultare Shane per poi fargliela riannusare e mettere i poliziotti l’uno contro l’altro mi sembra giusto). Il gruppo è sconvolto: non si uccide, no no no,  (da notare invece la facilità con cui stavano per far fuori un ragazzino fino ad un episodio fa). Altra grande rivelazione “tutti sono infetti” e Rick rivela di saperlo già dal finale della prima serie quando lo scienziato pazzoide glielo sussurò amorevolmente nell’orecchio. Diciamo che non è poi sto gran colpo di scena visto che sono due episodi che vediamo gente “zombizzarsi” senza essere morsa. Apprezzo comunque lo sforzo degli autori. Per il resto niente, Rick si proclama dittatore..probabilmente ci tiene ad essere ucciso nel giro di due puntate.

Siamo tutti infetti in fondo..


Meglio tardi che mai (SPOILER FUMETTO)
In questo episodio cominciamo a intravedere delle somiglianze col fumetto. Mentre Andrea vaga nei boschi tra un headshot e l’altro e munizioni infinite, proprio quando deve stendere l’ultimo walker viene abbandonata dalle forze ma una sagoma incappucciata e armata di scimitarra (o quel che è) le salva la vita. Non c’è dubbio che si tratti di Michonne, personaggio già apparso nel fumetto e che mi è sempre stata un po’ sul deretano. Ah sì, adora portarsi a spasso al guinzaglio due walkers senza braccia. D’altronde non a tutti piacciono i cuccioli. Nella “very last scene” ci viene mostrata la prigione che chi ha letto un po’ il fumetto conosce bene, sperando solo non ci voglia un’altra stagione intera per fargliela raggiungere (dai cribbio, devono solo attraversare un maledetto bosco!).

Conclusioni
La prima puntata di “The Walking Dead” mi era piaciuta un casino, lo ammetto. Andando avanti ho potuto constatare che non c’è telefilm con personaggi più stupidi ed odiosi (ne salverei tipo 3 ed uno è pure morto) ma ha un qualcosa che mi spinge a continuare a guardarlo (o probabilmente sarà autolesionismo). La seconda serie avrebbe potuto tranquillamente essere fatta degli ultimi 5 minuti di tutti gli episodi e sarebbe stato lo stesso, anzi forse sarebbe stato meglio. In ogni caso questo episodio nonostante l’aria di americanata che ha pervaso ogni singolo istante è stato interessante. Ed ora voglio proprio vedere come gestiranno tutta la parte nella prigione.
Ovviamente non mancano le domande: Carl porta davvero sfiga? Lori ce la può fare ad essere un po’ meno petulante almeno per una puntata? Nella prossima serie la darà a T-Dog in modo da dare a questo personaggio un minimo di senso ed utilità? Gli zombie impareranno ad usare le armi e cominceranno a sparare headshot verso i survivors? Non ci resta che attendere la terza serie.