12/03/13

Assassin's Creed: la storia infinita

Assassin's Creed, il primo dico, quello che un sacco di gente elogia come rimedio efficace contro l'insonnia, fu il mio primo giuoco dell'attuale generazione. Lo giocai dopo qualche anno di allontanamento dal mondo dei videogiochi ed a parte troppi, molti, alcuni difetti come una leggerissima ripetitività d'azione ed un'intelligenza artificiale che sembra progettata da Renzo Bossi, si lasciava giocare. Usare un personaggio che riesce a buttarsi da una torre e centrare un carro di fieno rimanendo illeso non è da tutti i giochi. Poi arrivarono Assassin's Creed 2 e Brotherhood con le vicende nostrane di Ezio tra i tetti di Firenze, i canali di Venezia ed i festini dei politici nella Roma dei Borgia. Un gioco attuale insomma. Inutile dire che li amai alla follia, l'atmosfera Rinascimentale, la riproduzione curata dei luoghi importanti delle varie città, un protagonista più umano rispetto al glaciale Altair, e poi dai quale altro gioco vi permette di picchiare selvaggiamente il Papa correre e zampettare sui tetti in libertà?


Va beh, come non detto.
Dopo un anno dall'uscita di Brotherhood arriva Revelations e qui cominciano i razzi. Dopo un trailer di presentazione a dir poco esaltante le aspettative per questo giuoco erano alte. Ma neanche troppo. Quando una saga comincia a sfornare un gioco all'anno comcinci a capire che forse, ma forse eh, la casa di sviluppo sta cominciando a puntare più sul nome del brand rispetto alla qualità del gioco stesso. Lo presi comunque al lancio perchè amo farmi del male e lo giocai senza pregiudizi. Dopo pochi minuti di gioco ritroviamo il trailer con cui ci hanno frantumato i cocomeri per mesi, diventato ormai più molesto di Radio Maria, e già lì prendi coscienza che hanno rubato 3 minuti dalle tue tasche. E' comunque una piccolezza, i limiti di AC Revelations sono altri: Costantinopoli, per quanto sia resa benissimo, non ha il carisma delle città da Mille e una notte del primo capitolo o dell'Italia Rinascimentale; i personaggi che ti accompagnano nell'avventura sono piatti, mentre nei precedenti capitoli c'erano genti del calibro di Leonardo da Vinci, qui c'è Yusuf (ho dovuto cercare il nome su "Gogol", perchè è uno che rimane impresso, non dico altro); la storia di Desmond non si evolve ma neanche con una pietra focaia e quella "Eziosa" non prende. Una menzione a parte per le fasi platform di Desmond, assolutamente non noiose ed utilissime ai fini del gioco, e per il mini gioco di tower defense che in un gioco come Assassin's Creed ci sta come il cioccolato sulla lasagna. Poi ci sono genti che amano il cioccolato sulla lasagna ed altre che hanno apprezzato il tower defense, ma lì son gusti.

"Yusuf" chi?
 AC Revelations però ha anche dei punti di forza: Ezio è più maturo, mentre negli altri due episodi dedicati al fiorentino le sue azioni erano mosse solo dal desiderio di vendetta, qui lo troviamo in viaggio verso Masyaf in cerca di risposte ed alla fine sì, ci scappa anche l'ammore, quello vero non le scappatelle da latin lover de noi artri; le fasi platform per recuperare le chiavi sono state rese più dinamiche, quelle dei precedenti capitoli non le sopportavo, va bene farne un paio per variare il gioco ogni tanto ma rifare la stessa cosa all'infinito dopo un po' stufa, per la serie se proprio devi mettercele almeno non farmi addormentare; i flashback su Altair che ci mostrano finalmente anche il lato umano del personaggio oltre a quello da assassino di ghiaccio; la Cappadocia. 


 
Se dopo Brotherhood assistiamo ad una discesa da sci olimpionico, quando viene annunciato Assassin's Creed 3 sembra di vedere una luce in fondo al tunnel. Ho sperato fino all'ultimo nella Rivoluzione Francese ma arriva quella Ammerigana. Sopravviverò, pensavo. Poi cominciarono a trapelare indiscrezioni sul personaggio che sarà figlio di un'indiana ammerigana e di un colone inglese. Pensai "questo sarà il personaggio più figo di tutti gli Assassin's Creed 3 della storia", ed invece no. Arrogante fino al midollo e meno espressivo persino di Altair, anche se diceva tipo 2 parole ogni ora e non lo vedevamo mai in faccia. Poi annunciarono la caccia che ormai è presente in ogni videogioco (perchè se si avvicina Bambi nella foresta è giusto sparargli in faccia), nuove armi, nuove robe per il multiplayer che ormai manca solo nei giochi di Giulia passione (forse) e le missioni navali. Belle, per carità, solo che sembravano messe un po' ad minchiam, come se col resto del gioco non c'entrassero niente. Ed infatti era così e quando hanno annunciato Assassin's Creed 4: Pirates of the Carribean Black Flag si sono capite molte cose.

Grazie Ubisoft, ma proprio tante..

Nessun commento:

Posta un commento